Nell’anno in cui le due riviste italiane di diritto societario di riferimento compiono rispettivamente sessanta e quaranta anni (Rivista delle Società e Rivista di Diritto Commerciale), la nostra pubblicazione raggiunge i trent’anni.
Ideata da Roberto Rubini, come rivista dichiaratamente locale, era nel 1985 lo specchio di una società ben diversa da quella odierna: anche Verona, come il resto d’Europa, viveva il periodo di piena realizzazione dei diritti sociali cosiddetti di seconda generazione: il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute, all’assistenza, Si affermavano allora i diritti di terza generazione: il diritto allo sviluppo economico e sociale, alla protezione dell’ambiente, alla libertà di informazione.
In quegli anni Verona stava realizzando il secondo polo finanziario italiano, sviluppava aziende di grande rilevanza non solo nazionale, confermava la sua natura internazionale, creando e sviluppando un nodo strategico per la logistica, accogliendo turisti d’arte e melomani, vincendo persino lo scudetto nel torneo calcistico più prestigioso.
In quegli anni, per la prima volta a Verona, l’associazione “Italia Nostra” era stata ammessa come parte civile in un processo per inquinamento. In quegli anni a Verona si pubblicava un secondo quotidiano, che cercava di occupare lo spazio nell’informazione cittadina.
I professionisti veronesi, come quelli italiani, stavano acquisendo la tecnologia del telefax, mentre non erano ancora arrivati il telefono portatile e la “rete”. I tempi di lavoro erano diversi; i professionisti erano poco più di un quarto rispetto ad oggi.
La Rivista, con una severa copertina verde, cominciò a diffondere tra gli operatori gli orientamenti del Tribunale, delle sezioni tributarie, l’opinione di chi voleva intervenire nel dibattito sulla cultura di impresa.
Il lavoro di Rubini fu poi proseguito da Antonio Franchi e successivamente da Giovanni Maccagnani ed è diretto, da molto tempo ormai, da Lorenzo Picotti.
In questi trent’anni, queste pagine hanno raggiunto gli operatori economici e giuridici della nostra città e di una parte del Veneto, in forza della sponsorizzazione della Cassa di Risparmio prima e della Banca Popolare poi.
Grazie a quegli interventi di sostegno economico e alla passione di chi ha diretto la Rivista, la giurisprudenza locale è divenuta patrimonio comune ed ha suggerito confronti ed operatività assai produttivi e questo anche perché la giurisprudenza veronese ha da sempre ospitalità nelle riviste nazionali – e questo va a merito di chi è chiamato a decidere – così come molti professionisti e giudici del nostro territorio si applicano in pubblicazioni scientifiche di pregio.
“E questo, esige pazienza, esige spirito di sacrificio, umiltà sostanziale, abnegazione: perché, quali che siano i risultati, essi non saranno mai proporzionali allo sforzo necessario per conseguirli… Un giurista anche sommo, rimarrà sempre sconosciuto ai più” (Walter Bigiavi, 1962).
E nonostante questa diffusione nazionale, una raccolta più capillare dei provvedimenti locali ed un loro commento ha avuto un senso ed un’utilità, giacchè non tutto ciò che merita di essere conosciuto trova accoglienza in altre sedi; non tutti coloro che si cimentano in un commento trovano editori disponibili; non tutti coloro che fanno ricorso alla pazienza, allo spirito di sacrificio, all’abnegazione trovano una sede in cui pubblicare.
Da queste considerazioni nasce la volontà di continuare quel lavoro, in un mondo che, dal 1985 ad oggi; è profondamente cambiato,
Vorremmo dire che è cambiato in peggio, se non fosse che si è sempre parlato male dell’epoca in cui si vive e benissimo dell’epoca precedente. E ciò fin dai tempi dei filosofi presocratici.
Ci limitiamo solo a prendere atto che i professionisti sono aumentati, soprattutto gli iscritti all’Albo degli avvocati; che le tecnologie impongono una preparazione ed un tempo di reazione assolutamente celere; che la crisi economica ha eroso prestigio e compenso dei professionisti.
Questo e molto altro.
Tenendo conto di questo mutato quadro, vogliamo continuare a scrivere la cronaca dei momenti più incisivi della nostra vita professionale.
Non vogliamo perdere la nostra caratteristica di interpreti della giurisprudenza di “qui”, ma dobbiamo prendere atto che il “qui” in questi trenta anni si è spostato e non solo perché il Tribunale delle imprese funziona oggi a livello distrettuale ed è divenuto evidente che Verona non potrà avere una sede di Corte di Appello, avendo mancato l’appuntamento degli anni ’50, quando era Guardasigilli Gonella, che pure allo scopo aveva destinato una somma nel bilancio del Ministero della Giustizia.
Il fatto è che gli operatori economici e giuridici delle varie città venete operano sempre più a livello regionale, si scambiano informazioni e si organizzano su di una base territorialmente più ampia.
Il Nordest non è certamente più quello del miracolo economico, ha cambiato pelle, ma continua ad essere il nordest: un insieme sufficientemente omogeneo, un’imprenditoria molto variegata, ma efficiente a cui si rivolge una classe di professionisti che spesso poco hanno da invidiare ai loro colleghi che operano ad un livello meno locale.
E allora, riprendendo in mano la Rivista con una spinta ancor più volontaristica (gli sponsor, complice la crisi, sono venuti meno ed il costo della pubblicazione è sostenuto da un nucleo di affezionati tenace ed oggi ristretto), vogliamo interpretare le tendenze della giurisprudenza civile tributaria e penale della nostra Regione, ponendola a confronto con gli orientamenti nazionali e cercando di fornire un servizio ai professionisti, ai magistrati o agli studiosi che operano nel Veneto.
Insomma vogliamo dimostrare che i trent’anni diquesta pubblicazione sono ben portati.
Giovanni Alberti
Lamberto Lambertini
Palazzo di Giurisprudenza
Via Carlo Montanari, 9 – 37122 Verona
lorenzo.picotti@univr.it
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